L’articolo di oggi parla del patrono di Sestola, San Nicolò, festeggiato come nel resto del mondo il 6 Dicembre.
Al santo, meglio conosciuto anche come San Nicola, sono dedicate a Sestola la chiesa parrocchiale che vedete in foto, risalente al XVII secolo e rimodernata più recentemente ai primi del 1900, dove si svolgono le principali messe, ed un piccolo oratorio riedificato nel 1696 all’interno della corte del Castello, ammirabile appena entrati sulla destra.
La festa, vista anche la sua vicinanza all’inverno, ha dato vita a un detto molto conosciuto tra i sestolesi che così recita:
“A San Nicolò, torta buna i neva in cò”
che tradotto dal dialetto significa
“Per san Nicolò, torta buona e neve in testa”
Secondo la tradizione infatti è di buon auspicio preparare una torta per celebrare il patrono e se così sarà fatto, e soprattutto se sarà buona, il santo premierà i paesani con una bella nevicata.
Se avete voglia di sciare quindi non aspettate, preparate gli ingredienti e mettetevi al lavoro! E quando la promessa non veniva mantenuta e non si verificava la magia della caduta dei fiocchi di neve dal cielo, i sestolesi, durante la processione, portavano le effigi del santo a testa in giù, per spronarlo a fare di meglio la prossima volta.
La torta che solitamente viene preparata per questa festa è la Colomba Sestolese, un dolce tipico del nostro paese con un ripieno molto ricco di ingredienti.
I paesani difficilmente rinunciavano alla preparazione della colomba, anche in periodi di guerra quando certi ingredienti erano molto difficili da reperire.
Questo non fermava comunque la voglia di preparare la torta tradizionale, ricorrendo magari all’escamotage di sostituire alcuni ingredienti con ciò che si aveva a disposizione. A questo proposito rimane famosa la frase detta dal fornaio di allora durante la Seconda Guerra Mondiale quando, vedendo arrivare tutte le colombe al forno per essere cotte (all’epoca infatti nella maggior parte delle abitazioni non si aveva un forno proprio), disse: “Ci sarà pure la guerra, ma la colomba non manca mai!“
Un’ultima curiosità riguardante San Nicola è che proprio da lui nasce la figura di Santa Claus e quindi di Babbo Natale. Narra infatti la leggenda che il santo regalo tre mele rosse ad altrettanti bambini poveri che il giorno dopo scoprirono essersi trasformate in oro. Da qui la tradizione, conservata in molte città, di scrivere una lettera a San Nicola (o Santa Claus) durante la vigilia del 6 di Dicembre e poi ricevere il giorno dopo un regalo!
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